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Programma Elettorale

LA NOCERA CHE VOGLIAMO: UNA CITTÀ VIVA, LIBERA, SOLIDALE #alfonsoschiavoit

L’Amministrazione Torquato, pur nata come rottura e novità rispetto alle esperienze precedenti, si è connotata, invece, unicamente come piatta gestione dell’esistente, senza alcuno slancio progettuale ed innovativo sul piano programmatico, finendo, negli ultimi tempi, addirittura in una logica di pura gestione del potere, interamente risucchiata ed assorbita nel sistema di potere deluchiano. Ne è venuta fuori l’immagine di una città amorfa, spenta, priva di vitalità e subalterna, per di più, a logiche ed interessi esterni.

NOI, al contrario, ci proponiamo di fare di NOCERA una città VIVA, LIBERA, SOLIDALE.

CITTÀ VIVA: fondata sul protagonismo, la partecipazione e il coinvolgimento attivo dei cittadini, delle associazioni, dei quartieri nella progettazione e gestione di attività culturali, sociali, artistiche, sportive, musicali ed anche nella pratica del bilancio partecipato, che consiste nel coinvolgere i cittadini nell’assunzione di alcune decisioni circa obiettivi da raggiungere e distribuzione di investimenti pubblici.

CITTÀ LIBERA: non asservita e subalterna a poteri, interessi e progetti esterni (vedi Salerno o Napoli), ma autonoma e capace di diventare leader dell’agro nocerino nel rivendicare e gestire un ruolo di autonoma progettazione sul piano economico, sociale e politico. Va ripreso e rilanciato il progetto della Città dell’Agro.

CITTÀ SOLIDALE: capace di superare disuguaglianze, sperequazioni, chiusure ed egoismi individuali e di gruppo attraverso politiche di inclusione e di coesione sul piano sociale, culturale di welfare locale tese a fare comunità.

 

Le proposte programmatiche tendono tutte a perseguire questi obiettivi.

Il cuore di queste proposte è espresso dai primi due punti:

1. Le periferie al centro per fare comunità.

2. Il trinomio fondamentale: Scuola – Ambiente – Cultura

Da queste discendono le altre proposte relative a:

3. Politiche urbanistiche.

4. Rifiuti free ed economia circolare.

5. Politiche giovanili e politiche di genere.

6. Sviluppo economico.

7. Macchina comunale.

 

/  1  / - LE PERIFERIE AL CENTRO PER FARE COMUNITÀ

Una politica d’inclusione e di coesione non può che partire dal porre al centro le PERIFERIE.

Quando parliamo di PERIFERIE ci riferiamo ad una realtà complessa ed articolata che tocca la totalità della società a tutti i livelli. Parliamo perciò di:

1) – PERIFERIE URBANE

2) – PERIFERIE SOCIALI

3) – PERIFERIE GENERAZIONALI

4) – PERIFERIE AMBIENTALI

5) – PERIFERIE ESISTENZIALI

Le proposte devono riferirsi a tutti e cinque questi livelli.

 


1) – PERIFERIE URBANE

Intendiamo, con queste, I QUARTIERI nei quali si articola la CITTÀ

- Centralità della scuola in ogni quartiere

- Riqualificazione urbana di ciascun quartiere

- Consigli di Quartiere

- Servizi comunali essenziali nel Quartiere. Vigile di Quartiere

- Centri di aggregazione e socializzazione del Quartiere

- Recupero memoria e tradizioni del Quartiere

- Trasporti e collegamenti con il Centro della Città

 


 

2) – PERIFERIE SOCIALI

Intendiamo, con queste, i POVERI e gli IMMIGRATI

Per i POVERI: Piano speciale di assistenza sanitaria, di agevolazioni fiscali (acqua, luce, gas, casa)

Per gli IMMIGRATI: Servizio Immigrati al Comune; Centro di promozione interculturale per sviluppare una cultura di “CONVIVIALITA’ delle DIFFERENZE”

 


 

3) PERIFERIE GENERAZIONALI

Intendiamo, con queste, le problematiche che riguardano i RAGAZZI, i GIOVANI, gli ANZIANI

Va implementato per questo livello di PERIFERIE un grande piano di EDUCAZIONE PERMANENTE che trova il suo cuore nella valorizzazione del RUOLO CENTRALE della SCUOLA:

Per i RAGAZZI: implementazione di esperienze di SCUOLA a TEMPO PIENO; implementazione di un PROGETTO “MANI CREATIVE” inteso a sviluppare la manualità, a fronte dell’eccesso di digitalizzazione, valorizzando l’esperienza delle eccellenze artigiane del territorio;

Per i GIOVANI: messa a disposizione di SPAZI per implementare esperienze di socializzazione attraverso lo SPORT, la MUSICA, la CULTURA;

Pe gli ANZIANI: politiche che favoriscano l’INVECCHIAMENTO ATTIVO 

    a) – grande PIANO di ALFABETIZZAZIONE INFORMATICA

    b) – implementazione del PROGETTO “PRENDERSI CURA di...” inteso a favorire il protagonismo degli ANZIANI nel PRENDERSI CURA a) – di sé (salute, cultura, socialità); b) - degli altri (servizio ai più bisognosi); c) – dell’ambiente (adozione di monumenti, orti sociali ecc.)

 


 

4) PERIFERIE AMBIENTALI

Intendiamo, con queste, i DISASTRI AMBIENTALI riguardanti: ASSETTO IDROGEOLOGICO DEL TERRITORIO, INQUINAMNETO AMBIENTALE, DIFESA DEI PRODOTTI AGRICOLI LOCALI

 


 

5) – PERIFERIE ESISTENZIALI

Intendiamo, con queste, le SOLITUDINI DEI NUMERI ULTIMI, cioè le solitudini degli ultimi (emarginati, anziani abbandonati, senzatetto) ridotti a numeri senza più dignità e personalità.

PER QUESTE SOLITUDINI: - implementazione della BANCA del TEMPO, di un piano di assistenza ALIMENTARE, di un piano per garantire un RICOVERO, un ALLOGGIO, un SOSTEGNO PSICOLOGICO.  

 

 


 

 

/  2  / - IL TRINOMIO FONDAMENTALE SCUOLA – AMBIENTE  - CULTURA

 

 


2.1 - SCUOLA

La Scuola sarà al centro della nostra Amministrazione che ad essa destinerà più risorse per la riqualificazione delle strutture scolastiche e per il miglioramento dell’offerta formativa.

Quanto alle strutture sarà implementato un piano di edilizia scolastica inteso a mettere a norma tutti gli edifici e a dotarli di spazi e strumentazioni adeguate per una didattica a attiva e laboratoriale.

Quanto al miglioramento dell’offerta formativa ci proponiamo 4 obiettivi:

A – Valorizzare l’istituzione degli Istituti Comprensivi, per sollecitare l’implementazione di un curricolo unitario dalla Scuola dell’Infanzia alla Scuola secondaria di primo grado, procurando d’inserire in tale curricolo una parte dedicata alla conoscenza del territorio, come scoperta e presa di coscienza delle proprie radici, non in un’ottica di chiusura localistica, ma come base per prendere le ali ed aprirsi al mondo globale. Un notevole aiuto, in questa prospettiva, potrà venire dai contributi e dai materiali, qualificati e preziosi, di storia locale offerti dalla Rivista “QUADERNI DELL’AGRO”.

Quanto, poi, al numero degli Istituti Comprensivi, riteniamo che siano più funzionali al territorio 4 Istituti, invece dei 5 che sono stati istituiti.

B – Favorire l’implementazione di una “Scuola a Tempo Pieno”, laddove i bisogni del territorio lo richiedano.

C – Implementare negli Istituti Comprensivi della città i due PROGETTI, già indicati, “Mani Creative” rivolti ai ragazzi della scuola primaria e secondaria di Primo Grado, per educare e sviluppare una manualità complessa ed articolata, e “Alfabetizzazione informatica” per gli adulti non digitalizzati, nell’ottica di un Progetto di Educazione Permanente.

D – Incrementare la pratica di una cultura teatrale, artistica, sportiva, musicale, ecologica attraverso l’esperienza dei laboratori.

A supporto di questo Progetto, come momento di verifica del lavoro fatto, come confronto con altre esperienze scolastiche e come incontro con la ricerca pedagogica nazionale, proponiamo la realizzazione della SETTIMANA PEDAGOGICA NOCERINA.

 

 


2.2 AMBIENTE

L’impegno della nostra Amministrazione sarà particolarmente rivolto alla tutela e difesa dell’assetto idrogeologico del territorio, al controllo e disinquinamento dei fiumi, al completamento della rete fognaria, al censimento e rimozione dell’amianto, alla messa in atto del Registro dei tumori, alla cura e pulizia delle aree pedemontane,  alla pulizia accurata della città dalle deiezioni dei cani mediante un  servizio di controllo e di vigilanza e soprattutto alla diffusione di una cultura ecologica attraverso la Scuola ed iniziative capillari tra i cittadini legate alla tutela dell’ambiente e alla raccolta dei rifiuti.

 

 


2.3  CULTURA

Un impegno altrettanto determinato sarà dedicato alla CULTURA, nella sua accezione più ampia: I campi attenzionati e sviluppati, in modo più incisivo, saranno:

 

Cultura del libro: attraverso la valorizzazione e lo sviluppo della Biblioteca Comunale, in collegamento con le Scuole, le associazioni, i quartieri.

Cultura ecologica ed agro-alimentare: attraverso la cura dell’ambiente (adozioni di pezzi del territorio, orti sociali, orti didattici), la conoscenza e la promozione dei prodotti tipici de nostro territorio anche come elemento di sviluppo produttivo e commerciale.

Cultura musicale: attraverso l’organizzazione di eventi di grande musica, ma soprattutto attraverso la valorizzazione e il sostegno ai gruppi e alle esperienze musicali presenti sul territorio.

Cultura teatrale: sostegno dei gruppi e delle esperienze teatrali del territorio, alfabetizzazione teatrale attraverso la Scuola.

Cultura sportiva: attraverso soprattutto la valorizzazione e lo sviluppo degli sports minori.

Cultura universitaria: attraverso l’istituzione di un Polo Universitario, da allocare nella Caserma Tofano, collegato mediante apposite convenzioni con Università stanziali o telematiche, che centri la propria attività di Ricerca su due campi legati al territorio: - Il Patrimonio archeologico, storico, culturale del territorio; -I prodotti di eccellenza dell’agricoltura del territorio.

Per realizzare questo ampio e complesso programma, l’Amministrazione provvederà a:

A – Rivoluzionare il modo di usare le strutture esistenti: Il Teatro Diana, il Centro polifunzionale, il Palazzetto dello Sport;

B – Istituire la consulta delle Associazioni per promuovere li protagonismo e la partecipazione dei cittadini.

/  3  / - POLITICA URBANISTICA

PREMESSA

La guida politica Torquato, cosi come è accaduto per altre città di Italia in contrazione economica e demografica, ha sofferto e soffre di una cultura neoliberale. Le città sono percepite come merce ad uso e consumo delle imprese e della produttività finanziaria. Di fatti, ancora oggi, nonostante l’istituto della perequazione urbana ci sia stato presentato dalla cultura neoliberista come la panacea di tutti i mali, i problemi atavici della crescita urbana degli anni 60 e 70 restano: standard, qualità dell’edificato, depauperamento e abbandono dei centri storici ecc., stanno ancora nella carne delle nostre città.

In sostanza si è preferito IGNORARE IL BISOGNO DELLE PERSONE E INSEGUIRE IL MITO NEOLIBERALE AFFIDANDOSI AGLI IMPRENDITORI PRIVATI.

È proprio il caso del nuovo piano regolatore, o meglio Piano Urbanistico Comunale, approvato con DCC n.12 28/07/2016. È un P.U.C. senza idee, niente di nuovo rispetto ai P.R.G. degli anni settanta. Un Piano esclusivamente quantitativo, senza qualità, senza precise linee di sviluppo. Questo è molto grave perché Nocera per dimensioni e posizione poteva e doveva rappresentare un riferimento per un territorio più ampio, non solo amministrativo ma soprattutto culturale.

Premesso che la scienza dell’urbanistica non nacque per favorire il profitto ma per costruire diritti a tutti i cittadini, ravvisiamo l’urgenza di avviare una seria riflessione, collettiva e condivisa, sulla opportunità ed efficacia del PUC Torquato.

 

 


 Punto 1: FARE MALE UNA COSA, COSTA!

Da subito, dove è possibile bisogna intervenire con modifiche alle Norme Tecniche di Attuazione e al Regolamento Edilizio Comunale. È un dovere nei confronti delle generazioni future e per il bene della città. È un punto programmatico da sostanziare per il prossimo futuro. Proporre un nuovo piano è fuori luogo, ormai il latte è stato versato e nell’indifferenza politica e sociale.

 Svariati sono gli elementi che ci portano a questa affermazione:

1-  l’idea della perequazione, che sostanzia tutto il PUC, è oggi in crisi. Gli standard, come verde parcheggi ecc., gli alloggi di edilizia residenziale pubblica, la riqualificazione di alcune parti del territorio, come le aree industriali dismesse, i quartieri storici, vedranno compimento solo se l’iniziativa privata troverà la sua convenienza economica;

2- le norme tecniche di attuazione sono confuse e prolisse: 8 articoli per le sole aree industriali + il piano casa della Reg Campania.  Esse, in più di un caso, si configurano come una sorta di condono allo stato di fatto. (vedi art … e gli abusi della logistica in area agricola per 60.000 mq che di fatto il nuovo PUC dà per acquisite);

3- nelle aree storiche è prevista, quasi dappertutto, la ristrutturazione edilizia. Ora dopo la circolare Lunardi e il Decreto del fare (il d.l. n. 69 del 21.6.2013, convertito dalla l. n. 98 del 9.8.2013). la ristrutturazione edilizia comprende l’abbattimento e ricostruzione a parità di volume.  Si permette la sostituzione edilizia in area storica. I futuri interventi distruggeranno nei fatti la sacralità dei manufatti e dei luoghi, sfruttando l’aulico intento di recuperare e valorizzare. La ristrutturazione edilizia è prevista anche su edifici condonati in dispregio a svariate sentenze anche di Cassazione. Siamo tornati culturalmente agli anni 50;

 

4- assoluta inesistenza di tutela ambientale dei suoli agricoli e delle colline del Parco e di Torricchio. L’esempio   sta nella realizzazione della variante alla SS 18.

Circa 90.000 mq di suolo agricolo e un tunnel nella collina di Torricchio, soggetta a vincolo idrogeologico, saranno necessari alla sua realizzazione;

5- tutta l’area agricola a nord di Cicalesi è priva di fogne, ma costellata da un’infinità di false residenze agricole. È una emergenza sanitaria-ambientale.

Le aree agricole sono la vera emergenza su cui puntare l’attenzione nei prossimi anni.

 

 


Punto 2: I TEMPI DEL PIANO

Il piano operativo del PUC va ridefinito su arco temporale di 3 anni e non di 5. Un piano, se ben fatto, esplica la sua efficacia nel giro 8/10 anni.

È incomprensibile che la durata del suo piano operativo è stata fissata dal PUC Torquato in 5 anni. Nel Piano operativo sono state inserite opere per 10.5 milioni di euro che fanno riferimento al FSER 2014-2020. Ma nessuna misura del FSER sembra sovvenzionare tali opere. È diritto della città sapere, in modo circostanziato e concreto, come saranno finanziate le opere inserite nel piano operativo.

 

 


Puto 3: LA MOBILITÀ

Non c’è bisogno della variante alla SS18: c’è bisogno di liberalizzare il tratto NA-SA.

Non c’è bisogno di “autostrade” che da Piazza d’Armi giungono all’are PIP di Casarzano. Non si porta il traffico pesante dove non ce n’è.

 

In alternativa a tale logica si propongono:

 

1-    Un nuovo piano traffico della Mobilità Sostenibile che sposti l’asse principale di attraversamento dal centro della città (via Grimaldi, via Roma, via Canale, via Rea, via Napoli) su un ring periferico, attraverso il potenziamento delle strade esistenti.  Nel caso prevedere l’addolcimento delle rampe di Chivoli per permetterne una più agevole percorrenza anche degli automezzi pesanti.

2-    È imprescindibile che a tale piano venga aggiunto un Piano Regolatore dei Tempi della Città e un sistema di parcheggi pubblici periferici.

3-     All’interno della città favorire una mobilità dolce (car-sharing e bike-sharing elettrico, pedonalità ecc.)

4-    Navette pubbliche con tempi di percorrenza adeguati e gratis per studenti e anziani.

I finanziamenti per questo tipo di mobilità sono reperibili.  Per esempio con il POR-fesr-asse VII – trasporti o con Horizon 2020 Sfide Sociali, che prevede il finanziamento di azioni e attività nei seguenti settori:

a-     salute, cambiamento demografico e benessere;

b-     sicurezza nutrizionale ed alimentare, agricoltura e silvicoltura sostenibile, ricerca marina, marittima e limnologica e bioeconomia;

c-     energia pulita, sicura ed efficiente;

 

d-     trasporti integrati, intelligenti ed ecosostenibili;

e-     protezione climatica, ambiente, efficienza delle risorse e materie prime;

f-      società integrative, innovative e riflessive;

g-     società sicure – difesa della libertà e sicurezza per i cittadini europei.

 

 


Punto 4: LE AREE PIANI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI

Il territorio di Nocera Inferiore vede la presenza di circa 1.600.000 mq di territorio ad uso industriale: 35mq ad abitante. Una enormità.

Il PUC Torquato prevede due ipotesi deleterie come il retro porto (a servizio del porto di Salerno) e la grande distribuzione. Ciò implica carichi inquinanti  che sono ormai insostenibile per Nocera.[1]

La lottizzazione delle aree PIP è quasi sempre conformata su metrature che superano i 2000 mq e con indici di copertura pari alla metà del lotto. Si tratta il più delle volte di lottizzazioni con lotti variabili e attività come la “logistica” che la dimensione dell’area e la distanza dagli svincoli autostradali rendono incompatibile.

1- è necessario un ripensamento che vada nella direzione di un ridisegno di queste aree per definire una o più cittadelle dell’artigianato con lotti che generano una superficie di copertura non superiore ai 200/300 mq. Piccoli lotti da adibire a laboratori e officine sempre a carattere artigianale e/o ad essi assimilabili, quali trasformazioni di prodotto agricoli ecc. Si tratta di un piano PIP che oltre all’urbanizzazione deve fornire anche l’ossatura modulare dei capannoni da suddividere in base all’esistente. L’attività dominante è quella del laboratorio artigiano, del laboratorio di ricerca ecc. Bisogna liberare il centro urbano e le campagne dalla miriade di piccole e piccolissime attività artigianale il più delle volte inquinanti.

2-  è da escludere qualsiasi attività di retroporto e di grande distribuzione.

3-  Dopo l’uscita di Nocera inferiore dal carrozzone di Salerno Sviluppo, che ha rappresentato “uno dei più significativi scandali della storia industriale della nostra provincia. Tale condizione si è determinata per la colpevole distrazione della Regione Campania, erogatrice di ingenti finanziamenti, e del Governo Nazionale che ha stanziato fondi finalizzati al contratto di programma del tessile abbigliamento”[2], qualsiasi intervento deve mirare a riacquisire quelle aree al comune di Nocera Inferiore. Qualsiasi intervento dovrà essere sottratto alla lotta tra bande politiche e affaristiche (presidenza regione, presidenza provincia, Confindustria ecc.).

5 Assicurare il pieno coinvolgimento della cittadinanza e dei suoi interessi futuri (non necessariamente industriali) su quell’area e la tutela dei posti di lavoro.

Si ripeterà fino all’esausto niente retro-porto, niente grande distribuzione!

 



[1] Dati ARPAC del giorno 29/12/2015 centralina Nocera inferiore Scuola Solimena: PM10 135 valore limite 50. Al 29 12/2016 ci sono stati 39 sforamenti su in massimo di 35 consentiti.

Nocera inferiore nel Piano di Risanamento e Mantenimento della Qualità dell’aria e zona di risanamento già dal 2006

[2] Franco Tavella, segretario generale della Cgil di Salerno, Franco Tavella,


Punto 5: RIDISEGANARE NOCERA IN MODO SOSTENIBILE. UNA GREENWAY DA EST AD OVEST

L’asse ferroviario NA-SA è considerato da sempre elemento di cesura del territorio nocerino, ma nessuno dei nuovi politici e tecnici ha battuto ciglio sulla arcaica ma non meno DEMENZIALE indicazione del PTCP di INTERRARE L’ASSE FERROVIARIO.

Al contrario riteniamo cha la ferrovia ha contribuito a rendere Nocera Inferiore quello che prima erano solo casali agricoli sparsi sulle prime pendici collinari.  La vera cesura è tutta l’edilizia dei palazzoni degli anni 60.

Unire, con qualcosa di nuovo, quello che è stato diviso dalla speculazione edilizia, dagli interessi dei singoli e dalla cattiva gestione della città, servirà a riconnettere le parti della città vecchia alle nuove.

Questa idea suggerita dalla morfologia storica di Nocera deve essere riscoperta come elemento guida per le future riqualificazioni urbane.

 

A tale proposito lanciamo l’idea di un CONCORSO INTERNAZIONALE DI IDEE con lo scopo:

 

1-    di legare, attraverso un percorso verde e ciclabile, la parte est ed ovest della città sfruttando la linea ferroviaria passante per Piedimonte-Codola. Lo scopo sarà quello di connettere la parte est della collina del Parco, all’area dell’ex manicomio con Piazza d’armi.

2-    Ridisegnare di Piazza d’armi e delocalizzare la SAMACE al fine di ospitare un parco pubblico con attività sportive e ricreative;

3-    da qui partire con una green way ’utilizzando gli spazi tra fiume e ferrovia fino ad arrivare all’attuale parco giochi di via REA

4-    Studiare un collegamento con l’area di via Canale al fine di definire un parco pubblico intermedio e centrale alla città;

5-    Riutilizzare l’enorme fascio di binari lungo Via Grimaldi per definire un parco pubblico finale al servizio di un’area abitativa (da Via Grimaldi ponte Isaia Gabola) che è completamente priva di servizi e spazi verdi.

6-    Recupero degli antichi percorsi pedonali di collegamento tra i quartieri storici (es Vescovado –Casolla-Piedimonte-Starza, Montealbino-quadrilatero-Borgo-collina di S. Andrea; Capo Casale-Liporta-Merighi-Cicalesi- Fiano)

Il polo di rigenerazione dovrà essere la caserma Tofano[1],  da acquisire e adibire a polo scolastico, edilizia ERS, co hausing, fab-lab, polo di formazione anche post universitario.

 

I finanziamenti per tale progetto potrebbero essere sostenuti con la L 179/92 LR 19 Febb/96n.3 (Pani integrati) oppure attivando contratti di quartiere (Decreto del 22 ottobre 1997).

 

La progettazione si sarebbe potuta pagare con il FONDO DI ROTAZIONE REGIONALE[2], ma l’amministrazione Torquato ha preferito inserire la strada di collegamento per l’area PIP di Casarzano utilizzando i binari dismessi di Piedimonte (a che serve se non c’è un altro casello all’altezza della Beton Cave?!?), la Rotatoria su via Atzori, una specie di funiculare cha va al parco Fienga. 

Ad onor del vero è stato inserito Montevescovado e un progetto di digitalizzazione dei processi amministrativi – egovernment – e, tanto per cambiare, il recupero del castello del Parco (ma non è stato recuperato e deturpato + volte con i soldi pubblici dalla PATTO TERRITORIALI spa?).

 

 


Punto 6: LA CAMPAGNA VERO PARCO DELLA CITTÀ: UN PATTO CITTÀ CAMPAGNA

IL PUC Torquato non è uno strumento idoneo alla salvaguardia delle aree agricole. Gli indici previsti e i lotti minimi di 7000 mq rispondono ad un uso prettamente edificatorio. La conferma di tale logica predatoria è confermata nel RUEC dove non c’è un solo articolo che parli su cosa e come costruire in area agricola.

Il PUC Torquato non esprime un’attiva strategia di tutela legata alla specificità ambientale, produttiva e paesaggistica della campagna nocerina.

Il suo orizzonte non tiene conto che l’agricoltura viene chiamata ad assolvere a compiti non solo di produzione di qualità alimentare, ma di produzione di salvaguardia idrogeologica, di miglioramento della qualità ambientale e paesaggistica, di produzione energetica, di attivazione di sistemi economici su base locale: ettaro zero, reti corte di produzione e consumo, riduzione dell’impronta ecologica attraverso la localizzazione e la chiusura dei cicli dell’alimentazione, dei rifiuti, dell’energia.

In questo contesto, un particolare ruolo viene ad assumere l’agricoltura periurbana nella riqualificazione delle periferie, nel miglioramento della qualità della vita nelle aree metropolitane e nell’urbanizzazione diffusa. Invece le Aree di Frangia (ART 18 NTA) del PUC Torquato sono la perfetta antitesi di un qualsiasi atteggiamento responsabile rispetto alle aree di confine tra città e campagna.

A tal proposito si propone la definizione di un PARCO AGRICOLO COMUNALE come strumento di attuazione del PUC orientato al miglioramento produttivo, sociale e ambientale del territorio con l’intento di:

  1. ridefinire la forma urbana a partire dallo spazio aperto
  2. superare l’ottica urbanocentrica che produce “parchi naturali” e “parchi urbani”;
  3. salvaguardare l’identità storica, paesaggistica e produttiva dei paesaggi agrari di pianura;
  4. ridurre il consumo di suolo;
  5. valorizzare le attività sociali e autorganizzate per il mantenimento dell’agricoltura e degli agricoltori sul territorio;
  6. valorizzare il rapporto con la città come potenziale mercato per la vendita dei prodotti, ma anche come occasione per la produzione di beni e servizi pubblici retribuiti;

Dislocare le risorse culturali del mondo associazionistico, degli attori sociali e del mondo produttivo terricolo su questa nuova frontiera significa ribaltare il concetto asettico e numerico di verde (pubblico, privato, parco urbano ecc.).

È ora di declinare nel concreto la tutela ambientale: pianificare a partire dagli spazi aperti e non viceversa.

La pianificazione urbano-rurale dovrà agire con strategie relazionali ed inclusive sia in ottica bottom-up che top-down:

 

- bottom-up: tramite l’ascolto, la mobilitazione sociale e la responsabilizzazione degli attori locali, la costruzione di forum partecipativi, la formazione delle agenzie pubbliche, il sostegno e l’accesso alla terra (soprattutto dei giovani), la creazione di mercati locali, di strutture di filiera corta, la costruzione di scenari condivisi;

- top-down: attraverso forme e canali istituzionali di finanziamenti e politiche pubbliche, agenzie di salvaguardia del territorio agricolo, diffusione di input cognitivi ecc., individuazione di aree strategiche “a geometria variabile” di progetto di territorio, ecc.

Fondi nel POR Piano Sviluppo Rurale possono finanziare tali progettualità insieme a strumenti di politiche pubbliche come Agenda 21, ecc.



[1] Nella finanziaria 2007 all’art 1 ai commi 262 e 263 è sottolineano che,” per i beni immobili dello Stato mantenuti in uso dal Ministero per la Difesa per finalità istituzionali, si dispone che potranno essere oggetto di permuta con gli enti territoriali locali a ciò interessati, secondo le attività e le procedure affidate all’Agenzia del demanio d’intesa con il Ministero competente.”

-La caserma Tofano fa parte ora del Demani Pubblico. I D.L.vi 69 e 98 del 2013 hanno introdotto procedure semplificate per il trasferimento dei beni dello stato agli enti territorial. L’amministrazione Torquato nel 2013 ha avuto contatti con l’ufficio del demanio tramite il funzionario Pier Paolo Russo. Da allora sono passati 4 anni ma caserma Tofano e lungi dall’essere acquisita o dall’essere rifunzionalizzata con un progetto serio.

 

[2] Tale fondo anticipa i soli costi di progettazione e, nel caso il progetto non sia sovvenzionato e/o realizzato, gli anticipi diventano debiti e devono essere restituiti.

I progetti della rotatoria su via Atzori e della strada PIP Casarzano risalgono a altra 13 anni fa.

NB: Cava de’ Tirreni ha chiesto finanziamenti per 24 progetti.

 


Punto 7   L’UFFICIO EUROPA

Ridisegnare Nocera significa prendere atto che la complessità dei fenomeni urbani non può essere più gestita attraverso piani di tipo prescrittivo (piani attuativi rivolti al solo momento edificatorio) e quasi sempre privi di prospettive di finanziamento.

 Dare risposte in questo senso va oltre il momento edilizio e dello standard come compenso perequativo. Anche i piani di recupero diventano complessi coinvolgendo istanze sociali e del mondo del lavoro, di partecipazione attiva della popolazione, di attenzione alla resilienza ambientale.

E’ un dato di fatto che  TORQUATO NON HA PARTECIPATO AL BANDO PER FINANZIARE LA MESSA IN SICUREZZA ANTISISMICA DEGLI EDIFICI SCOLASTICI[1],  CHE NON HA PARTECIPATO AL PROGRAMMA JESSICA CAMPANIA[2], CHE NON HA  PARTECIPATO AL BANDO DELL’ANCI PER GLI IMPIANTI SPORTIVI,[3] CHE IN 5 ANNI NON HA  PRODOTTO NESSUN PIANO DI RIGENERAZIONE URBANA promossi dal ministero delle infrastrutture e trasporti,  che ad 1  anno circa dall’approvazione del PUC IL PROMESSO BANDO PER 28 ALLIGGI DI EDILIZIA ERS A VIA NAPOLI E’ LUNGI DAL VENIRE.[4] 

E la lista potrebbe continuare!

 

A nostro avviso c’è l’urgenza di attrezzarsi dal punto di vista amministrativo per le sfide future attraverso:

1- LA CREAZIONE DELL’ UFFICIO EUROPA, composto anche da giovani dipendenti comunali opportunamente formati e deputato all’individuazione e alla predisposizione dei progetti di finanziamento europei e nazionali;

 

2- Partecipazione a programmi comunitari di riqualificazione urbana integrata (Jessica, Urban II, ecc.)  L’opportunità offerta dai fondi Europei 2014-2020 e in special modo dall’asse 10 è una opportunità da non sprecare. La nuova filosofia per accedere ai fondi europei è del tipo plurifondo, ovvero integrata e non più obbligatoriamente spacchettata in programmi basati su un solo fondo come era avvenuto per i programmi del 2007-2013. Essa sarà una alla base delle scelte fondamentali da compiere e preliminare alla costruzione dei nuovi programmi attuativi complessi attraverso la ricerca di finanziamenti su:

 

a-    Piani integrati (LR 26/02, LR 19/89 n.3) per la riqualificazione di parti storiche del territorio;

b-    Piani di recupero urbano per la riqualificazione delle aree di edilizia residenziale pubblica;

c-    Contratti di quartieri per aree degradate prive di servizi come l’area nord di Piedimonte l’area ovest, liminare alla collina del Parco, l’area compresa tra via Cafiero a via Cupa del Serio, l’area compresa tra di via Grimaldi e il corso V. Emanuele

 

È necessario avviare una nuova stagione di piani, complessi, non solo prescrittivi che, partendo dal basso presentino rigenerazioni urbane nei tessuti esistenti attraverso mirati progetti sostenibili, fondati su analisi morfologiche, sociali ed ambientali e soprattutto sotto il coordinamento pubblico.

 

 


Punto 8 LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI-URBANISTICA PARTECIPATA

 

I piani complessi   sono strumenti legati alla pianificazione urbana, all’edilizia, alla progettazione degli spazi pubblici, che tengono conto delle ESIGENZE SOCIALI e delle idee di chi dovrà vivere in questi spazi. Hanno come obiettivo primario la "promozione del territorio" in coerenza con i programmi per lo sviluppo umano a livello locale delle Nazioni Unite e in riferimento ad Agenda 21. (vedi i Contratti di Quartiere)

 

Riteniamo che l’assenza di partecipazione corrisponde ad una strategia politica molto diffusa che può essere sintetizzata come “decidi-annuncia-difendi”.

In una simile strategia, il decisore agisce secondo i propri programmi e in isolamento rispetto al mondo esterno, giungendo ad ascoltare, nella maggior parte dei casi suo malgrado, i cittadini in una fase molto tarda, quando oramai tutti i parametri fondamentali dell’approccio strategico (obiettivi, mezzi e piano operativo) sono stati fissati. È stato questo, purtroppo, il percorso partecipativo del PUC Torquato.

Nella maggior parte dei casi, questa strategia di gestione del processo è adottata in modo inconsapevole. Il decisore agisce istintivamente secondo meccanismi o percorsi amministrativi che tendono ad escludere l’intrusione di altri interessi.

Questa stagione delle decisioni etero dirette non ha prodotto e non produrrà niente di utile alla comunità!  Pochi benefici, marginali a costi elevatissimi

C’è la necessità di partire dai bisogni locali dei cittadini per definire nuovi orizzonti di trasformazione e di utilità per tutti.

In questa sede possiamo solo abbozzare a grandi linee come si può definire un PERCORSO DI PROGETTAZIONE PARTECIPATA rimandando ad altra sede le modalità, i gradi di partecipazione ecc. 

 

Due possono essere le fasi principali: la formulazione di prime proposte-idee condivise e una fase operativa in cui i gruppi di lavoro, già costituiti precedentemente, potranno seguire più direttamente le fasi della progettazione esecutiva dell'area. In particolare è possibile:

  1. avviare percorsi di partecipazione e co-progettazione tra i diversi soggetti residenti e/o frequentanti l’area considerata;
  2. elaborare proposte inerenti le funzioni e la struttura degli spazi considerati, i possibili utilizzi di queste aree e il ruolo di centralità che svolgono nel territorio;
  3. definire eventuali modalità di gestione dei nuovi spazi, stimolando, se necessario, i vari soggetti coinvolti ad impegni concreti e co-responsabili.

È fondamentale la partecipazione della comunità locale, abitanti, associazioni, operatori economici per definire gli obiettivi da perseguire, l'attuazione e il monitoraggio dei risultati, per la realizzazione di interventi condivisi. L’approccio partecipativo implica il coinvolgimento attivo dei beneficiari potenziali nelle diverse fasi di un piano, fin dalla sua ideazione.

 

 


 

Punto 9: UN NUOVO ORIZZONTE DI COLLABORAZIIONE: PIANI DI AZIONE INTERCOMUNALI

 

Problemi relativi al traffico, alla valorizzazione dei beni storici e ambientali, alla tutela del paesaggio agrario

dell’ambiente non si possono affrontare più alla sola scala comunale.

È necessario iniziare un dialogo politico e amministrativo con i comuni vicinori che avvii nuova stagione di piani intercomunali, non affidati o etero diretti da concertazioni territoriali del tipo Patto e/o Agroinvest, Salerno Sviluppo.

Definire un orizzonte di riferimento, tipo la valorizzazione in chiave turistica di percorsi naturalistici, storico-culturale e su questo realizzare poche ma condivise azioni comuni

 

Formalizzare delle buone pratiche sarà senz’altro positivo per dare risposte in futuro a problemi più vasti e complessi.

 

 

 

 


 

/  4  / - RIFIUTI FREE  ED  ECONOMIA  CIRCOLARE

Nocera Inferiore rifiuti free: ridurre e riciclare i rifiuti per creare un’economia circolare

Analisi dei dati della raccolta differenziata a Nocera Inferiore dal 2012 al 2016

I dati sui rifiuti del comune di Nocera Inferiore dal 2012 al 2016 ci dicono che la nostra città in questi anni è stata lontana dagli obiettivi di legge del 65% e che nel corso di questi 5 anni si è posizionata ai posti più bassi della classifica regionale.

La percentuale media di raccolta differenziata nei cinque anni di Amministrazione Torquato è stata del 39,3% inferiore alla percentuale di raccolta differenziata del 47,7% che la città di Nocera Inferiore aveva nel 2010 con un sistema di raccolta porta a porta presente in 2/3 della città. Soltanto nell’anno 2016 con l’estensione della raccolta porta a porta a tutta la città si sono raggiunte percentuali di raccolta differenziata analoghe a quelle del 2010.

Nel 2010 la percentuale media in di raccolta differenziata in Regione Campania era del 32,8% e quella italiana era del 35,3%, mentre la città di Nocera Inferiore con il 47.7% pertanto si posizionava ben al di sopra delle medie regionali e nazionali. Negli anni successivi, secondo i recenti dati del Dossier ISPRA 2016, relativi all’anno 2015, la media regionale è progressivamente salita fino al 48,5% e quella nazionale fino al 47,5%. In controtendenza con i dati regionali e nazionali tra il 2012 e il 2015, tra il 2012 e il 2015 la percentuale di raccolta differenziata del comune di Nocera Inferiore è stata di poco superiore al 35%.

Altro aspetto da tenere in considerazione è la diminuzione della raccolta di materiali aventi un valore economico. Nel 2010 gli imballaggi (carta e cartone, plastica e metalli, vetro) raccolti sono stati 3.793 tonnellate; la quantità medio annua di materiali aventi valore economico raccolti è stata di 2.530 tonnellate. Rispetto al 2010 si è avuta una diminuzione del 35% della raccolta materiali che potevano restituire soldi ai Nocerini.

Le ragioni di questi risultati di mandato insufficienti sono da ricercare nella mancanza di una visione chiara sulla gestione dei rifiuti: le diversità di vedute tra l’allora assessore competente e il Sindaco nei primi anni del mandato relativamente al modello di raccolta differenziata da realizzare, la scelta poi abbandonata di affidare il ad una società esterna tramite appalto e il lungo periodo di assenza di un assessore con la delega al settore rifiuti hanno determinato risultati insoddisfacenti. Il conferimento della delega ad un assessore che ha lavorato con concretezza hanno consentito di raggiungere dei risultati in media con i valori regionali solo al termine della consiliatura.

Nocera Inferiore Comune Rifiuti free: le proposte

L’obiettivo della prossima consiliatura è innanzitutto di raggiungere il 65% di differenziata come previsto dalla legge, e di contenere anche la produzione pro capite di secco residuo al di sotto dei 75 Kg/anno/abitante. Non solo raccogliere, inviare a riciclaggio e gestire al meglio i rifiuti dei cittadini, ma anche di puntare sulla riduzione del residuo da avviare a smaltimento come sono riusciti a fare in Italia già 525 comuni, come dimostra il dossier Comuni Rifiuti Free di Legambiente di giugno 2016. Risultati ottenuti con ricette diverse ma con un denominatore comune: la responsabilizzazione dei cittadini attraverso una raccolta domiciliare, una comunicazione efficace e con politiche anche tariffarie che premiano il cittadino virtuoso. Non è un caso che dei 525 comuni Rifiuti free 255 hanno un sistema di tariffazione puntuale e 136 uno normalizzato.

Ambiente, occupazione, economia e contesto sociale sono gli ingredienti di base dell’economia circolare.

Per praticarla concretamente occorre avere un’idea chiara e progettata dei processi di produzione e dei servizi da attuare. Quelli che prima erano scarti, diventano nuova materia prima per altri cicli produttivi e nuovi prodotti ben progettati entrano nella rivoluzione sostenibile che l'economia circolare vuole portare a modello. Il recupero e il riutilizzo diventano parte integrande dei processi, insieme a tutte quelle misure volte ad una riduzione dei costi di produzione, minore dipendenza dalle materie prime vergini, un impulso alla crescita di opportunità lavorative, il contenimento dell'inquinamento che proviene dai rifiuti e dalle emissioni del processo produttivo.

Trasformare Nocera in un comune Rifiuti free è una rivoluzione e una riforma anti-spreco che sarà realizzata attraverso una strategia integrata che prevede i seguenti obiettivi strategici:

  • Revisione del piano industriale per la realizzazione di un efficiente e qualificato sistema di raccolta “porta a porta” integrato con un sistema di valorizzazione della raccolta differenziata
  • Miglioramento del porta a porta spinto in tutti i quartieri della città, con applicazione della tariffa puntuale. Eliminazione dei cassonetti stradali entro un anno in tutto il territorio del comune di Nocera Inferiore;
  • Raccolta differenziata per le attività commerciali (negozi, centri commerciali, industrie, palestre, teatri, cinema) con tariffa puntuale anche per loro. Per i rifiuti delle attività commerciali va attuato un approccio dedicato in funzione del tipo di attività. Non si possono trattare tutte le attività commerciali che hanno differenti produzioni di rifiuti assimilabili allo stesso modo;
  • Potenziamento dell’isola ecologica di Fosso Imperatore come centro “Fabbrica dei materiali”, per una piena valorizzazione dei materiali raccolti;
  • Realizzazione di un impianto di trasformazione della frazione organica, con tecnologia integrata aerobica/anaerobica per la produzione di compost di qualità destinato all’agricoltura e biometano per gli autoveicoli municipali;
  •  Realizzazione di una rete di mini-isole ecologiche su tutto il territorio comunale;
  • Creazione di un sito comunale per il baratto e la donazione di oggetti di seconda mano e concedendo spazi fisici a supporto di tali attività nei quartieri;
  • Favorire il recupero degli alimenti scartati dalla grande e piccola distribuzione per fini sociali;
  • Adottare un regolamento per concedere il patrocinio e contributi solamente ad iniziative a basso impatto ambientale. Per le manifestazioni pubbliche, la concessione del contributo dovrà essere legata ad un'effettiva raccolta differenziata: in caso di sagre e per tutto quello che preveda somministrazione di cibi e bevande dovrà essere reso obbligatorio l’uso di stoviglie, bicchieri e posate di ceramica e metallo oppure in materiale compostabile;
  • Incentivare l’utilizzo di compostiere domestiche e di comunità per chi ha un orto/giardino: ove possibile compost collettivo nelle aree sprovviste di verde. Compostaggio domestico significa eliminare la frazione organica dei rifiuti di casa facendo ciò che la natura fa da sempre, cioè riciclare la sostanza organica non più utile e restituirla in forma di humus. Con il compostaggio dei rifiuti organici si può: gestire meglio i rifiuti di casa, producendone meno, contribuire ad una conseguente riduzione dell’inquinamento, fare del bene al proprio orto e ai propri fiori ed, infine, ridurre le spese di smaltimento dei rifiuti;
  • Favorire la trasparenza e l’informazione sulla raccolta differenziata sul sito web comunale e applicativi smartphone: a) mappatura della presenza di contenitori della raccolta differenziata e di rifiuti speciali b) far conoscere il percorso dei rifiuti e come verranno spesi i soldi della tariffa, come pure i contributi per lo smaltimento già compresi nel prezzo di acquisto dei prodotti (contributi RAEE, CONAI, ecc).

Un concetto di ecologia, di “verde” che non è però presente nell’attuale PUC approvato pochi mesi fa. Nella definizione delle aree industriali dismesse come aree edili, adatte all’edilizia residenziale, il valore destinato all’edilizia sociale e allo spazio verde è troppo basso. Ci sarebbe voluto un vincolo maggiore a favore delle aree sociali e pre-urbane, una maggiore attenzione alle aree agricole. E anche se a PUC approvato non si può fare nulla (per le modifiche bisogna aspettare 2 anni dall’approvazione) si possono operare accorgimenti attraverso i piani urbanistici attuativi.

 

 

 


 

/  5  / - POLITICHE GIOVANILI  E POLITCHE  DI  GENERE

 

 


 

5.1Politiche giovanili

Attenzione particolarissima sarà dedicata ai GIOVANI. L’obiettivo è di creare le condizioni per un coinvolgimento ed un protagonismo dei giovani sul piano sociale, culturale, sportivo al fine di sconfiggere quelle derive pericolose che, anche nella nostra città, le cronache quotidiane, ci rappresentano, quali il bullismo, lo spaccio, la violenza. L’impegno sarà quello di varare un vasto piano di attività sociali, culturali, artistiche, musicali, sportive nelle quali coinvolgere i giovani, mettendo a disposizione loro SPAZI e STRUTTURE. Uno sforzo precipuo sarà dedicato al problema del LAVORO, nella consapevolezza che come Ente Locale non possiamo dare il lavoro, ma solo creare le condizioni che favoriscano ed aiutino a trovare lavoro. In questa ottica, le iniziative che prenderemo saranno rivolte a:

- Favorire una più adeguata formazione professionale dei giovani;

- Riutilizzare Beni Pubblici abbandonati per promuovere economia sana;

- Accelerare le procedure di assegnazione di Beni alle realtà del Terzo Settore o adibirli ad usi civici;

- Favorire progetti per realizzare cohousing, coliving, coworking, per praticare innovazione sociale e sviluppare nuove forme di cooperazione, cultura e turismo;

- Promuovere spazi pubblici attrezzati messia disposizione di giovani artigiani che avviino le proprie attività in funzione di una produzione stabile;

- Tutelare, negli Appalti, le condizioni di salario e di lavoro nei Servizi Pubblici e di welfare, promuovendo, così, la buona occupazione. Contrastare la logica delle gare al massimo ribasso e propendere per i Bandi ad offerta economicamente più vantaggiosa, per evitare pessimi risultati finali e l’ingresso della camorra all’interno dei subappalti;

- Avviare un processo di snellimento delle pratiche per semplificare la creazione di processi di auto impresa;

 - Stimolare l’informazione sulle opportunità di accesso al credito e l’avvio di una propria attività, potenziando il sistema pubblico di informazione, assistenza e affiancamento.

 

 

 


 

5.2 Politiche di genere: La Casa delle donne

Il protagonismo delle donne che, negli ultimi tempi, si è manifestato, potentemente, a livello mondiale ed ha attraversato anche le nostre città e i nostri territori, mettendo al centro una battaglia per rivendicare diritti per tutti e per tutte, dal welfare al lavoro, dalla salute all’ambiente, dalla libertà di scelta alla lotta contro lo sfruttamento e la violenza, dal diritto alla genitorialità alla lotta contro gli stereotipi di genere, pone ,con forza, nella nostra città, la necessità di mettere a disposizione delle donne spazi, strumenti, opportunità per sviluppare il loro protagonismo e mettere a punto le loro proposte per migliorare la qualità della vita di tutte e di tutti. A questo scopo, la nostra Amministrazione istituirà, nella nostra città, la CASA DELLE DONNE. Questa sarà un luogo autonomo ed originale, autogestito dalle donne; un luogo per fare e pensare con altre e con altri, per costruire saperi femminili e femministi, un luogo aperto all’insegna dell’accoglienza e    dell’incontro, di divulgazione e di trasmissione della cultura e delle pratiche politiche delle donne, un laboratorio di idee e di pratiche innovati vedi relazione, con una biblioteca ed un archivio per restituire la dignità di tradizione ai saperi delle donne. Un luogo, altresì, per sperimentare relazione e confronto tra generazioni diverse, nella consapevolezza che la memoria, per dirla con G. Mahler “non è venerazione delle ceneri, ma accensione di un fuoco”.

 

 


 

/  6  / - SVILUPPO E COMMERCIO

Su questo piano, la nostra Amministrazione utilizzerà tutte le opportunità per la riqualificazione urbana, in particolare per il recupero delle aree industriali dismesse e il completamento della fognaria urbana. Punterà, fortemente, alla valorizzazione della nostra produzione agroalimentare di eccellenza e alla creazione di un polo avanzato di artigianato. Curerà lo sviluppo del PIP di Casarzano e dell’area industriale di Fosso Imperatore.

 

 

 


 

/  7  / - MACCHINA COMUNALE

Per realizzare questo ampio ed articolato programma teso a fare di Nocera Inferiore una CITTÀ VIVA, LIBERA, SOLIDALE, occorre una macchina Comunale adeguata e all’altezza della sfida. La macchina comunale deve essere riorganizzata e, sotto certi aspetti, rivoluzionata.

Su questo piano l’Amministrazione Torquato è stata, sommamente, carente ed immobile.

L’organico è fortemente sottodimensionato per il blocco del turn over e l’elevato numero di prepensionamenti. A breve altri 16 dipendenti saranno prepensionati. È impossibile portare avanti un decente programma di politiche sociali con soli 2 o 3 Assistenti sociali o con lavoratori precari all’Asilo Nido o in altri Servizi. Ma le carenze, oltre che di organico, sono gravi anche a livello di organizzazione dei Servizi e del lavoro. L’abolizione dei dirigenti e la creazione di 14 capiArea ha finito col parcellizzare ulteriormente il lavoro. L’assurdità, poi, della mancata messa in rete informatica di tutti gli Uffici e Servizi, impedisce di portare avanti Progetti complessi e interdisciplinari; ogni Ufficio e Servizio va avanti per conto proprio senza coordinarsi con altri. La mano destra non sa quello che fa la mano sinistra. Così non si va da nessuna parte.

I Punti più urgenti ai quali la nostra Amministrazione porrà mano per l’adeguamento della Macchina Comunale sono i seguenti:

- Adeguamento dell’organico ed eliminazione del lavoro precario;

- Messa in rete informatica di tutti gli Uffici e Servizi per rendere possibile la gestione di progetti complessi e interdisciplinari;

- Piano di formazione dei dipendenti comunali;

- Creazione di Dipartimenti interdisciplinari che fanno capo al lavoro di più Assessori;

- Creazione di un Ufficio per il reperimento di risorse economiche e per l’accesso ai Fondi Europei.



[1] GU n.77 del 1-4-2017- Attribuzione degli spazi finanziari, per l'anno 2017, di cui all'articolo 1, commi da 485 a 494 

della legge 11 dicembre 2016, n. 232 a favore degli enti locali. SCADENZA  20 febb 2017 

(NB NOCERA SUPERIORE HA OTTENUTO CIRCA 8.000.000) 

 

[2] JESSICA CAMPANIA Manifestazione di Interesse per l’individuazione di interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana a valere sugli Obiettivi Operativi 6.1 e 6.2 del PO FESR Campania 2007/2013. SCADENZA 29 febb. 2016

 (NB: IMPORTO MINIMO FINANZIABILE 3.000.000 EURO)

 

[3] ANCI E Istituto Credito Sportivo -Procedura per l’assegnazione di contributi in conto interessi sui mutui per interventi relativi ad impianti sportivi comunali SCADENZ 5 OTT 2016

NB IMPORTO MASSIMO FINANZIABILE  2.400.000EURO

  

[4] Norme Tecniche Attuazione Piano  Operativo art. 6 “.. entro 6 mesi dall’approvazione del PUC..(il Comune)..bandirà una gara di project financing per la realizzazione di 28 alloggi  ERS….”

 

Alfonso Schiavo

Profilo Personale

Alfonso Schiavo

medicina interna, esterna e... con veduta panoramica

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